
Ad Ercolano riparte il lavoro di scavo archeologico per completare le ricerche avviate quarant’anni fa e che riportarono alla luce i resti di 300 persone che fuggivano, senza scampo, dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Correnti piroplastiche travolsero case e persone in pochi attimi e come un uragano bollente trascinarono decine di corpi in acqua.
Il direttore degli scavi, Francesco Sirano, anticipa notizie sull’identità di una delle vittime, catalogata col numero 26, e ritrovata nel corso della prima campagna.
Si tratta di un soldato di cui si sono conservati parte dell’armatura e gli strumenti da lavoro che portava in una specie di zainetto. Potrebbe trattarsi di un ufficiale della flotta che partecipava alla missione di salvataggio lanciata da Plinio il Vecchio per soccorrere le popolazioni dei centri e delle ville affacciate sul Golfo di Napoli.
Accanto al cadavere un gruzzolo di monete, in tutto 12 denari d’argento e due d’oro, una somma che all’epoca corrispondeva allo stipendio mensile di un pretoriano. Le analisi sulle ossa hanno rivelato che si trattava di un uomo tra i 40 ed i 45 anni, abituato all’attività fisica e in buona salute. Il nuovo scavo servirà a ricostruire gli ultimi istanti di vita dei cittadini dell’epoca e soprattutto potrà dare spunti per la ricostruzione dei corpi militari dell’antica Roma. I lavori si svolgeranno lungo un’area di circa 2 mila metri e collaboreranno professionisti dell’Herculaneum Conservation Project.
Lascia un commento