Intervista al Senatore Francesco Urraro: “Chiediamo collaborazione con il Governo”

Questa mattina, Tribuna Vesuviana ha avuto l’onore e il piacere di intervistare il Senatore della Lega Francesco Urraro, Membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali. Abbiamo posto domande in merito alla situazione sanitaria, economica e sociale, scaturita dall’emergenza Covid-19:

Cosa  pensa dei DPCM?

“Lo Stato di emergenza è stato  prorogato al 31 gennaio 2021, per una scelta di metodo del governo, utilizzando atti amministrativi chiamati DPCM, per poter sostanzialmente normare, esautorando il ruolo del Parlamento e del Governo stesso, perché il DPCM è un atto amministrativo che non solo non passa in Parlamento, ma nemmeno in deliberazione del Consiglio dei Ministri, infatti viene elaborato, sostanzialmente, sulla scorta di valutazione tecniche del Comitato Tecnico Scientifico. Il Presidente del Consiglio si è completamente affidato al CTS, sulla scorta di relazioni di singole Task Force governative, nominate indicando anche autorevoli esponenti del mondo  dell’accademia, del diritto dell’economia, che per quanto validi, sono del tutto distanti dalle problematiche reali del cittadino e delle imprese, che chiedono risposte immediate. Questi aspetti sono stati consacrati anche in un piano, ampiamente pubblicizzato poi rimesso nel cassetto, di Vittorio Colao presentato in pompa magna a Villa Pamphili a Roma, di cui si sono perse completamente le tracce. Dovevano essere delle linee guida che includevano settori vitali del nostro vivere civile: dalla sanità all’istruzione, dall’economia alla digitalizzazione, ma comunque si è rivelato un nulla di fatto. Con i DPCM, si è verificata una sovversione degli equilibri costituzionali, perché il Governo va avanti per suo conto con questo tipo di metodo, intervenendo anche in materia sotto riserva di legge. Tante restrizioni e limitazioni delle libertà, che abbiamo visto poste in essere questi mesi, dovevano e potevano essere attenzionate, con una norma di rango primario, con leggi ordinarie, cosi come previsto dalla Costituzione. Per citare le parole dell’ex Presidente della Corte Costituzionale Cartabia: una compressione di principi costituzionali così forte, è un qualcosa senza precedenti.”

Quando viene chiamato in causa il Parlamento?

“Il Parlamento viene chiamato in causa, per la conversione in legge dei decreti legge, un mero passacarte. Vengono praticamente convertiti a fiducia,  e quindi vanificando il ruolo dei singoli parlamentari, che intercettano tante patologie sociali nei territori, sociali, economiche, ambientali e le tramutano in fase emendativa, elementi ritenuti poco validi dai decreti legge. Alla fine al termine della scadenza, viene posto un maxi emendamento da parte del Governo, viene posta la questione di fiducia e si spazza via completamente il dibattito parlamentare, annullando anche quelle che sono le istanze dei territori.”

Cosa ne pensa del nuovo DPCM del 18 Ottobre?

“L’ultimo DPCM,  in  particolare modo, scarica  sui sindaci una serie di responsabilità, quasi come se il governo volesse,  lavarsi le mani in assenza di una strategia complessiva che è mancata e che manca. Le vere Task Force sono quelle dei sindaci, delle comunità locali, territoriali, su cui effettivamente dovrebbe aprirsi,  una grossa riflessione anche all’esito di quello che avvenuto con l’ implosione del TITOLO V della Costituzione. Il crogiuolo di norme nazionali, regionali e comunali, ha condotto in questi mesi ad un disordine, a cui si è aggiunto il problema legato alla difficoltà oggettiva di interpretare scientificamente questo virus.”

Quali sono i rischi di una mancata prontezza economica dello Stato, a salvaguardai delle fasce sociali più colpite?

“Una mancata prontezza, potrebbe dare alito ad organizzazioni criminali. Bisogna scardinare questo sistema critico, che da sempre ha caratterizzato larga parte del mezzogiorno. Dove non arriva lo Stato, magari arrivano i criminali, infatti anche in commissione antimafia abbiamo evidenziato  questo dato. La carenza di liquidità  in questo momento, sta portando  le organizzazioni a farsi avanti, dove le vulnerabilità già sono latenti e spesso questi individui cadono nelle mani di delinquenti, che portano  prima attraverso il fenomeno dell’usura e poi dell’acquisizione di società di aziende in difficoltà per via della  Pandemia, a sottoporsi a questo sistema  che noi definiamo “Welfare criminale”, che paradossalmente mette in difficoltà lo Stato.”

Quali sono state le conseguenze sociali della prima ondata di Coronavirus?

“Il riflesso sociale è stato devastante, basta vedere gli indicatori e tutti i report, in particolare nel mezzogiorno, che già vive in tempi ordinari delle criticità sociali, economiche,  sanitarie, ambientali, criminali, che mettono alle strette i cittadini, famiglie e partite IVA. Abbiamo un tasso di povertà dilagante, l’ultimo rapporto CARITAS è allarmante.

Cosa chiede la minoranza al Governo in questo momento così delicato?

“Al momento noi chiediamo massima collaborazione. La chiedevamo prima ancora che lo dicesse  il Presidente Mattarella, nel momento di straordinarietà pandemica, non  prevista dal nostro ordinamento costituzionale.  E’ previsto  lo stato di guerra che analiticamente conferisce le singole attività che il Parlamento poi deve delegare al Governo, nella situazione di straordinaria emergenza bellica, ma lo stato di crisi pandemica non è previsto. Lo stato di emergenza è stato mutuato dalla normazione in tema di Protezione Civile,  che sta consentendo di volta in volta di ottenere delle proroghe,  attraverso delle informative che vengono fornite in parlamento dal Ministro Speranza o dal Presidente del Consiglio Conte, che spesso non conducono al voto di risoluzione. Il governo si cela dietro lo stato di emergenza con l’articolo 32, per non collaborare”

In queste settimane si è parlato molto delle autonomie, cosa ci dice a riguardo?

“Il tema autonomie, caratterizza principalmente il movimento a cui appartengono e lo testimoniano tante best practice  di amministratori locali, che nel rispetto della cornice amministrativa e dei principi costituzionali, riescono a risolvere delle problematiche in maniera più efficace e diretta, rispetto a quello che avviene in una attività nazionale, dove si lavora per schemi, tabelle, dossier teorici,  che denotano un distacco con quello che avviene in quello che  io chiamo front office, ovvero l’ente locale, che ha contezza reale della difficoltà  dell’artigiano, dell’esercente, della disabilità  e della povertà latente. E’ chiaro che a livello nazionale, ci deve essere una cornice semplice, chiara che debba però consentire alle singole amministrazione territoriali, regioni,  città metropolitane, comuni,  di non per porsi in contrasto, che sostanzialmente di fatto sta avvenendo nel corso di questa pandemia. Questo è stato dettato da una mancanza di puntualizzazione delle linee guide costituzionalmente previste, da ogni singolo ambito amministrativo. Questo è lo schema da seguire per una prospettiva seria, non ideologica, rispetto al tema delle antonimie, ma concreta e reale che possa mutuare delle pratiche di correttezza e semplificazione amministrativa, nell’interesse  primario dei cittadini. Non si vuole lavorare per creare un percorso virtuoso per una  amministrazione piuttosto che per un’altra, si tratta di individuare quali sono le migliori soluzioni, per quello che ci chiedono quotidianamente tutti”

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