
L’acqua è un dono prezioso di cui fornirsi per il fabbisogno giornaliero ma non sempre è sufficiente considerati i periodi di magra e siccità stagionali. Si registrano sin dall’antichità frequenti interventi ingegneristici per la raccolta e la sua conservazione. A Ottaviano, nei pressi di Piazza Annunziata, si erge il palazzo Cola, fatto costruire dal feudatario Conte Enrico Cola, padrone di Ottaviano dal 1508 al 1528.
Nel cortile del suddetto palazzo c’è traccia di un’antica cisterna progettata per la raccolta d’acqua a beneficio dei poveri abitanti del quartiere fino a quando il rifornimento giornaliero per ogni nucleo familiare divenne autonomo e centralizzato nelle rispettive abitazioni. Tuttavia tra il 1714 e il 1716 la raccolta d’acqua divenne difficile per la scarsezza delle piogge autunnali e primaverili e dovette intervenire il Decurionato per riattivare la cisterna, dalla enorme capacità, sita all’ interno del palazzo Cola.
A memoria del restauro risalente al 1716, realizzato con denaro pubblico, esiste una lapide, posta sulla cisterna, con iscrizione in latino.
<< Cisternam pluviana qua aqua publicitus hauriatur si quando- coeli siccitas reliquas- exauserit aere publico reficiendam et muniendam curarunt decuriones octavianenses – anno MDCCXVI- >>
<<I decurioni ottavianesi con denaro pubblico fecero restaurare e rendere efficiente una cisterna, perché da essa pubblicamente si attingesse acqua piovana, se la siccità del cielo avesse essiccate le rimanenti (cisterne)- Anno 1716->>
In foto traccia del reperto di straordinaria importanza che andrebbe valorizzato e conosciuto insieme ad altre opere di ingegneristica idraulica, reperibili ad Ottaviano (Na).
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